IL SUOLO

I suoli della Cantina di Vicobarone ricadono nelle quattro sotto-zone individuate dalla ricerca ""Alla scoperta delle terre e dei tesori piacentini"".

La ricerca è stata condotta dai ricercatori dell’Istituto di Frutti-Viticoltura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, i pedologi esperti di I.TER, i referenti delle Strade dei vini e dei sapori, i referenti tecnici della Riserva Naturale Geologica del Piacenziano e i soci delle Strade.

I TIPI DI SUOLO

Le terre argillose della Val Tidone
Le Terre argillose della Val Tidone, comprendenti il territorio comunale di Ziano Piacentino del quale fa parte Vicobarone, rappresentano l’area più occidentale della provincia, al confine con la Lombardia.
Il paesaggio collinare, tra i 200 e 400 m s.l.m. circa, è caratterizzato da dolci versanti ondulati ad uso viticolo. 
La toponomastica di alcuni paesi, come Creta e Calcinara, è legata alla particolare natura dei suoli, che già in epoca romana venivano utilizzati per realizzare mattoni e laterizi, come testimoniano le antiche fornaci presenti in zona.
Le lavorazioni dei campi mettono in risalto il colore grigio della terra, che deriva dal colore della roccia. Prevalgono suoli a tessitura argillosa, da moderatamente a molto profondi, calcarei, moderatamente alcalini. L’elevato contenuto di argilla (>40%) conferisce ai suoli una buona fertilità e favorisce fenomeni di rigonfiamento e contrazione. Nelle stagioni piovose, infatti, l’argilla trattiene l’acqua e aumenta di volume. Con il caldo estivo, invece, l’argilla si secca determinando fessure.
Le terre rosse antiche
Le Terre rosse antiche nella zona di Creta, Castel San Giovanni e Borgonovo, rappresentano una pianura rialzata in seguito ai movimenti di innalzamento della catena alpina e appenninica. Il paesaggio è composto da ampie superfici pianeggianti o ondulate, tra i 70 e i 350 metri s.l.m.. Tali superfici sono chiamate “paleoterrazzi”, antiche superfici terrazzate formatesi dalla deposizione di sedimenti fluviali avvenuta migliaia di anni fa, quando il paesaggio e il clima erano molto diversi da quelli attuali. Sono caratterizzate dai suoli più antichi di tutto il territorio emiliano-romagnolo.
Nelle aree meno pendenti e pianeggianti prevalgono i foraggi e la vite. Nei vigneti i filari sono sistemati tipicamente in direzione Nord-Sud, in modo da esporre le uve al maggiore soleggiamento.
Essendo suoli molto antichi sono definiti “paleosuoli” e hanno colore rossastro tendente all’aranciato, ben visibile nei campi dopo le arature di fine estate e autunno. Intensi processi evolutivi hanno determinato il colore rossastro, dovuto all’ossidazione del ferro e l’accumulo di concrezioni ferro-manganesifere di colore nero.
Le terre del Basso Appennino
Le Terre del Basso Appennino comprendono un’importante porzione di Val Tidone (Pianello, Trevozzo, Genepreto) e sono poste a quote tra i 250 e i 600 m. s.l.m..
Il paesaggio è caratterizzato da un insieme di versanti ondulati più o meno ripidi, intercalati dai fondovalle dei fiumi appenninici. Essendo in genere suoli giovani, cioè poco evoluti e poco differenziati dalle rocce calcaree di origine, essi sono prevalentemente molto calcarei e moderatamente alcalini.
Le lavorazioni agricole mettono in risalto il colore del suoli, anch’essi fortemente variabili in funzione dell’origine geologica delle rocce: colori grigiastri per i suoli formatisi nelle rocce argillose, colori bruno-giallastri se formati nelle rocce arenacee e varie colorazioni abbinate in stravaganti striature dal viola, al verdastro, al grigio nelle rocce cosiddette “argille varicolori”.
Le terre del Medio Appennino
Le Terre del Medio Appennino, che comprendono il territorio del Comune di Nibbiano, sfumano verso le colline con un limite poco percettibile. La grande variabilità geologica di questo territorio determina un paesaggio variegato, posto tra i 400 e i 1000 m s.l.m., con vette che oltrepassano anche i 1200 m.
Le coltivazioni sono in genere limitate ai fondovalle e alle superfici meno acclivi e più stabili dei pendii: prevalgono largamente i seminativi e ampi campi di foraggio, ma non mancano i vigneti.
I suoli si sono formati in materiali derivati da rocce sedimentarie, costituite da stratificazioni calcareo-marnose o pelitico-arenacee e da complessi di base prevalentemente argillosi e marnosi ed inglobanti rocce calcaree, arenacee e ofioliti.
Hanno una pendenza che va dal moderatamente al molto ripido, variando dal 20 al 70%; sono a tessitura media, ciottolosi o molto ciottolosi negli orizzonti profondi, generalmente ben drenati. Nei suoli ripidi e molto ripidi prevale la copertura forestale, in larga parte con boschi cedui di querce e castagni. Frequenti i castagneti da frutto, spesso abbandonati; presenti anche vigneti.

Bibliografia


  • Caratterizzazione ampelografica dei vitigni autoctoni piacentini – Fregoni, Zamboni, Colla (Università Cattolica S.C., 2002)
  • Guida ai vitigni d’Italia – Fabio Giavedoni, Maurizio Gily (Slow Food Editore, 2005, ristampa 2010)
  • I vini piacentini – Corrado Sforza Fogliani, Serafino Maggi (Camera di Commercio di Piacenza, 1970)
  • Piacenza Terra di Vini – Consorzio tutela vini d.o.c. Colli Piacentini (1996)
  • I vini e i produttori dei Colli Piacentini – Stefano Quagliaroli (Wissen, 1995)
  • Storia e cultura del vino: fonti inedite e casi esemplari sul vino piacentino dall’antichità a oggi – Stefano Pronti (Tip.Le.Co, 2008)
  • Sul nome del Gutturnio – Flaminio Ghizzoni (Gallarati, 1979)
  • Gutturnium – Serafino Maggi, rivisto da G. Comolli (Consorzio Tutela della d.o.c. dei vini Colli Piacentini, 1989)
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